L’algoritmo affonda nel caos precariƏ della scuola, ma chi paga può saltare la fila

La vita dei precariə della scuola è diventata ancor più stressante fra Agosto e Settembre. Da qualche anno l’algoritmo che dovrebbe gestire le preferenze in maniera “meritocratica” non funziona. Gli errori sono tanti, troppi. Lavoratorə saltatə e lasciatə a casa, docenti convocatə sulla stessa cattedra scoperta, persone convocate su cattedre inesistenti… il caos più completo sulle vite di chi fa parte di un quarto della forza lavoro scolastica. Così ogni anno migliaia di persone sono lasciate a casa, senza la cattedra di insegnamento di cui avrebbero diritto.

Sugli errori dell’algoritmo leggiamo da Radio Onda Rossa: (…) nello specifico delle procedure di reclutamento (c’è) il caos generato dalla sovrapposizione delle nomine per supplenze con quelle per le immissioni a tempo indeterminato. La mancata correzione degli errori materiali commessi dall’algoritmo, dal MIM e dagli uffici scolastici di competenza si ripercuote così sul personale precario, unico a pagare le conseguenze, insieme agli studenti che invece di avere docenti nominati per anzianità di servizio rischiano di trovarsi davanti insegnanti senza esperienza, nominati solo perché si sono comprati titoli al discount. Rivendichiamo il rispetto dei diritti acquisiti per esperienza e anzianita di servizio, è necessario bloccare e contrastare la logica mercantile secondo la quale “può insegnare chi paga”, chi si compra l’accesso all’insegnamento con corsi online “senza alcuna qualità”.

Da quest’anno sono infatti stati attivati i sedicenti corsi di formazione per l’abilitazione su materia. Ad oggi molti atenei hanno raschiato il fondo dei giovanə desiderosə di insegnare e dei precarə storicə in cerca di stabilità con programmi raffazzonati, della durata di pochi mesi (spesso online) e con l’aggravante di offrire ben 36 punti in graduatoria, ovvero il corrispettivo di 3 anni di lavoro di un precariə storicə. In questo modo si crea un vero e proprio ticket per chi vuole saltare la fila.

Sul fronte del sostegno, come se non bastasse, quest’estate il governo ha pensato di introdurre una vera e propria sanatoria per chi ha comprato il titolo di specializzazione in sostegno (principalmente all’estero, Spagna e Romania). Migliaia di persone in cerca di scorciatoie e un elevato capitale da investire (con costi fino a 10000€) hanno perciò scavalcato precariə storicə che non avevano il tempo (le università pubbliche hanno in media una frequenza obbligatoria importante che da bando nazionale non prevede assenze) e/o il denaro (le università pubbliche italiane hanno quote di frequenza sui 3000€) per specializzarsi. Oltre la corruzione del cosìdetto sistema meritocratico, il Ministero sta inoltre pensando di introdurre una forma morbida di clientelismo in nome della continuità didattica. Di nuovo, col pretesto del benessere degli studentə si sono esacerbate una serie di dinamiche che hanno portato il Ministero ad avvantaggiare chi ha i soldi e le conoscenze personali piuttosto di chi ha l’esperienza e le competenze per insegnare.

In moltə siamo amereggiatə, sconfittə, cinicə. In moltə pratichiamo ogni giorno l’arte della lamentela, della frustrazione e della rabbia. Come IWW non possiamo che invitarvi a iscrivervi a un sindacato di base e partecipare alle mobilitazioni attive e agli scioperi. Joe Hill sintetizzerebbe questo appello dicendo “non perdiamo tempo a piangere, organizziamoci!”.

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